Una volta superato l’intervento e le terapie adiuvanti successive, nella maggior parte dei casi possiamo considerarci guarite. Questo non significa però che possiamo“abbassare la guardia”: l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha reso più forti, ma ci ha anche insegnato quanto sia importante, anzi “vitale”, dedicare sempre un’attenzione scrupolosa alla propria salute.
Se è vero che è necessario vivere serene, senza l’ansia costante di un possibile ritorno del male, è vero anche che il modo migliore per scacciare la paura è proprio quello di tenersi sempre controllate. Nel caso, infatti, di un’eventuale ricaduta, agire tempestivamente è il modo più efficace per allontanare i rischi.
Il follow-up è un insieme di visite mediche ed esami a cui occorre sottoporsi periodicamente dopo un intervento di tumore al seno: le probabilità di sviluppare un nuovo tumore sono, infatti, più alte rispetto a quelle di chi non ne ha mai sofferto, anche se tendono comunque a decrescere con il tempo. In generale, più lungo è l’intervallo libero da malattia, meno probabile sarà la recidiva. Dopo il quinto anno, il rischio di recidiva si abbassa notevolmente, anche se non sparisce mai del tutto.Le visite di controllo hanno in particolare l’obiettivo di:
- escludere che il tumore si sia ripresentato o si sia diffuso in altre parti del corpo;
- eseguire uno screening per altri tipi di tumore;
- individuare effetti collaterali del trattamento, che potrebbero anche presentarsi dopo anni.
I controlli di base necessari per un follow-up efficace sono:
- la visita medica periodica è necessaria per controllare lo stato generale di salute ed escludere che eventuali disturbi possano essere sintomi della ripresa della malattia. È inoltre una preziosa occasione di dialogo con il proprio medico. Per i primi 2 anni dopo l’intervento è consigliabile una visita ogni 3 mesi, nei successivi 3 anni ogni 6 mesi, mentre in seguito è sufficiente una volta all’anno.
- la mammografia da effettuarsi una volta all’anno per tutta la vita, permette di anticipare la diagnosi di un eventuale secondo tumore della mammella o di una recidiva locale, e quindi, di intervenire in fase precoce.
Il modo migliore per affrontare in maniera efficace le visite periodiche è quello di collaborare attivamente con il medico, attraverso un atteggiamento positivo e costruttivo, fin dalla prima visita. Fatti spiegare nel modo più semplice e dettagliato possibile quali sono gli esami a cui dovrai sottoporti, chiedi la loro frequenza, quali effetti collaterali potrebbe- ro eventualmente insorgere a seguito del trattamento antitumorale e che cosa puoi fare per contrastarli, quali sono i segnali che indicano una recidiva e che cosa devi fare se li rilevi. Insomma, tutto quello che ti viene in mente e che ti può aiutare a capire meglio e a stare più serena, senza imbarazzi e senza paura. L’appuntamento periodico con il medico deve essere l’occasione di un confronto libero e aperto.
Di seguito trovi alcuni suggerimenti del National Cancer Institute per un follow-up più efficace.
- Rivolgi subito le domande più importanti e che ti stanno più a cuore.
- Se non sei sicura di aver capito, chiedi spiegazioni e riformula con parole tue ciò che pensi intenda dire il medico.
- Fatti accompagnare da un amico o un familiare in modo da avere una prospettiva esterna su quanto ti viene detto.
- Prendi appunti durante la visita.
- Richiedi opuscoli o altro materiale di approfondimento.
- Conserva una copia della documentazione delle cure di follow-up.
- Comunica tutte le informazioni che pensi possano essere utili, anche quelle più banali: sintomi localizzati, nuove informazioni di carattere medico che riguardano la tua famiglia, eventuali problemi fisici o psicologici, ma anche i farmaci, le vitamine o i prodotti di erboristeria che assumi e/o eventuali altri trattamenti che stai seguendo.
Durante la visita di follow-up, il medico può ritenere necessario prescrivere una serie di esami aggiuntivi, in funzione del quadro sintomatologico e clinico generale. Ecco alcuni tra gli esami che potrebbero esserti prescritti:
- scintigrafia ossea;
- radiografia del torace;
- ecografia epatica;
- tac total body;
- risonanza magnetica;
- tomografia a emissione di positroni;
- rilevazione dei marcatori tumorali.
(Fonte: A.N.D.O.S. NAZIONALE ONLUS)