Ecologic Point e A.N.D.O.S. Velletri: da dicembre 2012 e per tutto il 2013 sarà attiva una raccolta di tappi da riciclare, il cui ricavato sarà destinato all’A.N.D.O.S. Comitato di Velletri

L’isola ecologica ECOLOGICPOINT, in collaborazione con Garby, è una piccola oasi dove è  possibile portare bottiglie, flaconi e tappi per una raccolta differenziata facile e pulita.

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I farmaci anticancro possono danneggiare il cuore. Ecco che fare

Le linee guida per prevenire, monitorare e trattare la cardiotossicità. Uno studio fa luce sui meccanismi responsabili

MILANO – Uno studio comparso sulla rivista Nature Medicine fa luce su un meccanismo molecolare per cui un farmaco chemioterapico può causare problemi cardiaci. Il farmaco studiato dai ricercatori è la doxorubicina, da 50 anni utilizzata per curare molti tipi di cancro. «La tossicità cardiovascolare è una potenziale complicazione di diverse terapie anticancro ed è un argomento che richiama crescente attenzione – spiega Daniela Cardinale, direttore dell’Unità di cardioncologia all’Istituto europeo di oncologia di Milano -. Non a caso proprio nei giorni scorsi sono state pubblicate su Annals of Oncology le linee guida pratiche della Società europea in oncologia (Esmo) sulla cardiotossicità indotta sia da chemio e radioterapia che dalle nuove target therapy».

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Cancro al seno. Un test genomico per scegliere la terapia corretta. Ma in Italia non si usa

Approvato in tutta Europa e usato negli Usa, Oncotype DX è capace di distinguere i tumori che necessitano di chemioterapia da quelli in cui il trattamento costoso e dai pesanti effetti collaterali può essere evitato. In Italia viene usato pochissimo, anche perché il Ssn non lo rimborsa.

È già stato approvato e viene usato negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, ma il test genomicoOncotype DX per il tumore al seno fa ancora fatica a prendere piede in Italia. Si tratta di un’analisi personalizzata che studia 21 geni specifici (16 correlati al tumore e 5 di riferimento), la loro interazione e funzionalità, ed è così in grado di distinguere i tumori a bassa probabilità di dare recidive, e dunque trattabili con la sola terapia ormonale, da quelli che invece devono essere trattati con chemioterapia. Così permette di capire subito quale sia il migliore trattamento adiuvante possibile, e dunque di risparmiare terapie inutili e dagli effetti collaterali pesanti. Ma allora perché nel nostro paese viene usato poco? Questione di costi, dicono gli esperti. In Italia il test è infatti già disponibile, come in tutta l’Europa (marcatura CE), ma non è ancora rimborsato dal Sistema sanitario nazionale. Per questo esso viene utilizzato sporadicamente, oltre che in alcuni studi clinici, da alcune pazienti che provvedono direttamente al suo pagamento.

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Tumori: ginnastica contro la stanchezza

Un senso di fatica cronica affligge moltissimi malati durante e dopo le terapie. Stare a riposo però peggiora la situazione

MILANO – L’esercizio aerobico può contribuire ad alleviare la fatigue, quel senso di stanchezza o affaticamento cronico di cui soffrono molte persone curate per un tumore. A ribadire efficacia e utilità di praticare regolarmente attività fisica è uno studio dei ricercatori della Cochrane Library che hanno valutato i dati contenuti in ben 56 ricerche differenti e relativi a oltre 4mila pazienti oncologici. La fatigue è un complesso di sintomi che porta a una riduzione dell’energia fisica, delle capacità mentali e ha riflessi anche sullo stato psicologico. Interessa fino al 90 per cento dei malati, soprattutto durante la chemioterapia, ed è una condizione legata al tumore, ma anche un effetto collaterale di diverse terapie anticancro che può durare a lungo nel tempo (mesi o persino anni).

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Tumori, stili di vita sbagliati trasmettono il rischio fino ai nipoti

I risultati di una ricerca pubblicata su Nature Communications. Fumo, cibo e alcol possono influire sulla salute della nostra discendenza. Ripercussioni sul bebè se la mamma in attesa assume estrogeni.

PREVENIRE il tumore con uno stile di vita corretto. Secondo l’Associazione delle leghe europee contro il cancro può far scendere del 50% il rischio di ammalarsi. Ma ora una ricerca statunitense rivela che comportamenti sbagliati non influiscono solo sulla salute delle mamme, ma anche sulla loro discendenza. Figli, nipoti e pronipoti potrebbero sviluppare più facilmente un tumore se la donna, soprattutto in gravidanza, mangia male, fuma, assume alcol e fa una vita sedentaria. Anche l’assunzione di estrogeni da parte delle puerpere, inoltre, potrebbe alterare in modo permanente le cellule del bebè e anche quelle dei suoi futuri figli, portando le donne a sviluppare un cancro al seno. 

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Tumori. Airo: “Tra 10 anni l’85% dei pazienti sarà curato con la radioterapia”

Radiazioni più precise di un bisturi grazie alle nuove tecnologie, a costi minori e con meno effetti collaterali. Ma occorre adeguare il numero delle strutture e degli operatori. Se ne parlerà al XXII Congresso dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (Airo) che si apre domani a Roma.

Sempre più importante, al punto che entro dieci anni si stima che verrà utilizzata nell’85% dei malati di tumore, e sarà sempre più sostitutiva del bisturi e della chemioterapia, anche grazie alla maggiore efficacia ed ai costi inferiori rispetto alle altre due modalità alternative di cura meglio conosciute. È la radioterapia oncologica, delle cui prospettive, ma anche dei problemi e delle necessità attuali, a partire da un adeguamento della dotazione tecnologica nelle strutture del nostro Paese, si parlerà al congresso dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (Airo) a Roma dal 17 al 21 novembre.

“La radioterapia – spiegano gli esperti – anche se ‘nell’ombra’, è già oggi l’alternativa principale nella cura dei tumori, e la sua importanza è destinata a crescere anche grazie alla continua evoluzione delle tecnologie”. Secondo i dati dell’Airo già oggi il 60-65% dei pazienti oncologici fa ricorso alla radioterapia, “ma l’effetto combinato delle nuove applicazioni messe a punto negli ultimi anni e dell’aumento generale dei tumori faranno lievitare la cifra”.

A guidare la “rivoluzione” sono le nuove tecnologie, che ormai permettono di colpire il tumore con radiazioni precise quanto un bisturi e di aumentare quindi le dosi, riducendo il numero di sedute necessarie. “Ne è un esempio la prima terapia con un ‘bisturi’ di ioni carbonio iniziata pochi giorni fa dal il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) di Pavia, ma se questo avanzamento è per ora utilizzabile per neoplasie molto rare, l’effetto delle radioterapie meno avanzate ma sempre hi tech disponibili anche nel nostro paese è evidente anche contro i ‘big killer’”, spiegano ancora gli esperti, che sottolineano come nei tumori più diffusi, ad esempio, quelli della prostata, della mammella (seno) e del retto la radioterapia da sola o associata alle altre metodiche svolge un ruolo fondamentale.

“Nei tumori al seno, ad esempio,la radioterapia eseguita dopo la chirurgia, riducendo il rischio relativo di recidiva omolaterale di circa il 75%, deve essere considerata parte integrante del trattamento conservativo delle neoplasie in stadio iniziale. Il dato è molto importante perché per ogni 4 recidive evitate si evita una morte per carcinoma della mammella”.

Nel tumore della prostata “la radioterapia a dosi radicali raggiunge risultati di efficacia, da sola o associata alla terapia ormonale, sovrapponibili alla prostatectomia tradizionale o robotica  con una mortalità cancro-specifica a 10 anni del 3,9% nei pazienti a rischio basso ed intermedio e dell’11,5% in quelli ad alto rischio”, ha precisato Riccardo Maurizi Enrici, copresidente del congresso. “In altri casi invece – ha aggiunto -, prima dell’intervento chirurgico, la radioterapia associata o meno alla chemioterapia permette di ridurre l’effetto invalidante della resezione chirurgica, che diventa più conservativa, con un evidente vantaggio sulla qualità della vita come nel caso delle neoplasie del retto dove il tasso di colostomie definitive si è drasticamente ridotto”.

Oltre ai vantaggi per il paziente, la radioterapia permette anche di risparmiare risorse economiche, sia perché ha costi ridotti rispetto alle altre modalità di cura  sia perché riduce ricoveri ed effetti collaterali nei malati. Il censimento contenuto nel Libro Bianco sulla oncologia ha evidenziato luci e ombre nel sistema italiano.

Le criticità evidenziate dagli esperti sono essenzialmente la dotazione tecnologica (secondo gli standard europei necessiterebbero 420 acceleratori lineari, mentre ora sono 346), la disomogeneità territoriale, l’obsolescenza delle apparecchiature (il 25% circa supera i 10 anni di attività) e la carenza  di  risorse umane (necessiterebbero almeno altri 80-100 radioterapisti oncologi):

“La situazione italiana è quella di un paese dotato in modo abbastanza  disomogeneo tra nord, centro e sud, di tecnologia adeguata (radioterapia conformazionale, IMRT, radioterapia stereotassica) – ha affermato il presidente Airo Giovanni Mandoliti – Quindi i pazienti sono costretti a viaggiare, aggiungendo al problema psicologico del cancro anche il disagio logistico ed economico degli spostamenti”.

Durante il congresso si parlerà di tutte le applicazioni della radioterapia utilizzata in maniera esclusiva o in associazione alle altre modalità di cura dei tumori con finalità curative non tralasciando di prendere in considerazione il suo utilizzo nella terapia sintomatica allo scopo di eliminare un sintomo,spesso il dolore,o nei pazienti oligometastatici allo scopo di migliorarne  le qualità della vita tendendo a cronicizzare la malattia:

“L’obiettivo principale dell’Airo – ha concluso Mandoliti – è quindi privilegiare la qualità dei trattamenti effettuati tanto nell’ambito della prescrizione quanto in quello della impostazione e della esecuzione ed identificare standard operativi di livello elevato, implementandoli progressivamente e verificandone costantemente l’applicazione”.

Fonte: “Quotidianosanita’.it” – 18 novembre 2012

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Cancro al seno: si bada troppo poco all’estetica?

Con il numero crescente di guarigioni è sempre più importante salvaguardare, quando possibile, l’aspetto estetico.

MILANO – La domanda viene sollevata da due studi presentati nei giorni scorsi a Vienna durante il congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo): a fronte dei molti progressi nelle terapie, sempre più donne curate per un carcinoma mammario possono fortunatamente mantenere integro il proprio seno, ma a quante viene davvero proposta l’opzione chirurgica conservativa? Non abbastanza, secondo gli esiti della ricerca di Carmen Criscitiello e colleghi dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, che hanno analizzato i dati relativi a quasi 450 donne operate per un tumore dopo essersi sottoposte a diversi tipi di terapia neoadiuvante (ovvero la chemioterapia effettuata prima della chirurgia per ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne l’asportazione).
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Tumori del seno e dell’ovaio. La nuova frontiera è l’oncogenetica


Come spiega la guida realizzata da Onda, la possibilità di valutare il rischio eredo-familiare di insorgenza di tumori permetterà di offrire alle pazienti strategie di prevenzione, diagnosi e terapia. Nel 2013 partorà anche un nuovo progetto di screening alla mammella basato sulla densità mammaria.

Possibilità per le donne di valutare il rischio eredo-familiare di sorgenza di tumori  della mammella e dell’ovaio offrendo, alle pazienti a rischio, strategie di prevenzione, diagnosi e terapia. È questa la nuova frontiera che, partendo da questi due tumori, coinvolgerà in un prossimo futuro – e a 360 gradi – la prevenzione oncologica.

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Tumori della prostata e al seno due nuovi farmaci “rivoluzionari”

VIENNA – Due farmaci rivoluzionari, uno per la cura del tumore della prostata ed uno per la prevenzione di quello del seno, sono stati annunciati oggi nella seduta plenaria del congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo), in corso a Vienna. Sfruttano il meccanismo naturale di difesa anticancro che hanno i mammiferi, detto di senescenza cellulare. Quando si accumulano mutazioni del Dna in un numero tale da scatenare la moltiplicazione incontrollata, le cellule di mammifero, umane comprese, attivano dei geni che provocano il loro
invecchiamento: il metabolismo rallenta e non si moltiplicano più.

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ANDOS VELLETRI: SUCCESSO PER IL CONVEGNO SULLA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO

Si è svolto sabato 27 ottobre, presso l’elegante cornice del Casale della Regina di Velletri, il primo convegno organizzato dall’A.N.D.O.S (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) Onlus Comitato di Velletri, dal titolo “Prevenzione: una sana e semplice abitudine”.
Iniziato alle 9:00, si è svolto fino alle 13:00 con gli interventi dei medici presenti, che hanno portato più di un chiarimento riguardo il percorso di prevenzione e dei metodi medico-chirurgici più efficaci per affrontare questo tipo di neoplasia. Il convegno è iniziato con i saluti della presidente del Comitato di Velletri, Ombretta Colonnelli, visibilmente emozionata per il numeroso pubblico, ma anche per la presenza degli altri Comitati Andos del Lazio e dei vertici nazionali. Dopo i saluti, Ombretta Colonnelli ha dato la parola alla vice-presidente nazionale dell’A.N.D.O.S., Caterina De Filippis che ha voluto ricordare i motivi della fondazione di questa associazione, che sul territorio italiano può ormai vantare 57 comitati. 

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